Il disabile? Per la scuola è solo un problema

Insegnanti “provvisori” e tanto sperpero di denaro.

La proposta “personalizzare” la scelta dell’operatore.

 

E’ una vera indecenza, oltre che uno sperpero di denaro pubblico. Sott’accusa l’insegnamento di sostegno e l’assistenza nelle scuole pubbliche d’Italia. Il disabile, come del resto anche tutti gli altri alunni, dovrebbe essere al centro dell’azione didattica, invece, è solo un problema da gestire.

Insegnanti di sostegno che cambiano più volte in un anno, e raramente il disabile è accompagnato, dallo stesso docente “specializzato” durante tutto un ciclo scolastico. A questo, spesso, si aggiunge che le ore a disposizione del portatore di handicap per l’insegnamento speciale sono poche e arrivano a limitarsi a sole due come nel caso di un ragazzo di Napoli, costretto ad andare via dal suo liceo pubblico del Vomero verso un privato. La San Pantaleone esprime con forza la sua posizione contraria alle modalità di assistenza ai disabili negli istituti scolastici. L’assistenza è soggetta a gare d’appalto da parte dei Comuni ed essendo di solito annuali non vi è integrazione con il disabile e le sue problematiche, disattendendo l’anima portante della legge a tutela dei disabili.

Ecco perché tutto ciò comporta una discriminazione del portatore di handicap che porta lo Stato a spendere miliardi di lire per garantire un servizio che si rileva inadeguato ed inefficace. Il caso dell'insegnamento di sostegno è scoppiato nel “civilissimo” nord-ovest “fondatore” dello Stato Italiano. Marco Gambera di Farigliano, di Cuneo, padre di una grave portatrice di handicap, ha denunciato la provvisorietà dei docenti specializzati che non garantiscono continuità all’insegnamento. Gambera se la prende con il sistema ma anche con la professoressa incaricata che si assenta senza dare l’opportunità di esser sostituita. La docente mette in pratica uno dei più vecchi trucchi. Giorni di assenza, rientro il giorno precedente le festività natalizie.. Risultato: recupero di 15 giorni come servizio, ma impossibilità di far nominare un supplente.

Credete voi che tutto ciò non accada anche da noi in provincia di Salerno? E’ pur vero che ci sono insegnanti coscienziosi e preparati che ogni giorno sono costretti a lavorare in situazioni di disagio strutturale e con povertà di mezzi messi a disposizioni dagli enti preposti.

Si può fare di più? Ovviamente si, basterebbe applicare le legge esistenti e il buon senso.

Innanzitutto deve tornare al centro dell’attenzione il disabile. Bisogna garantirgli non solo servizi efficienti, ma soprattutto la continuità di rapporto che renderebbe possibile la perfetta integrazione con gli operatori. Solo così è possibile ottimizzare il lavoro e i risultati dell’insegnamento di sostegno e l’assistenza.

Per l’assistenza, il sistema della gara d’appalto prevedendo il ribasso per l’aggiudicazione automaticamente non garantisce la qualità. La soluzione potrebbe essere quella di varare un tariffario e di affidare alla famiglia la scelta dell’operatore qualificato, appositamente iscritto in un albo ad hoc. Questo garantirebbe qualità del servizio e sgravio di lavoro per l’ente che si limiterebbe al solo controllo. Non scopriamo l’acqua calda, basta applicare la stessa prassi in uso nelle ASL che danno la possibilità all’utente di scegliersi l’operatore sanitario, il centro riabilitativo o lo studio di analisi cliniche convenzionato.  

Carlo.Cascone@libero.it