23 settembre 1999

 

Illegittima la sosta dell’auto per il trasporto del disbile

 

Sul fronte dell’abbattimento delle barriere architettoniche e del diritto dei disabili ad avere un’esistenza meno complicata possibile una buona notizia arriva da un piccolo centro in provincia di Napoli, Miano.

Stavolta è stato necessario l’intervento di un giudice  per consentire l’ingresso, in un condominio, all’auto di una mamma di un disabile, costretta ad accompagnare il figlio più volte al giorno con la sua vettura.

Con un provvedimento d’urgenza, infatti, il tribunale di Napoli  ha ordinato che nel condominio di un parco di Miano, alla periferia settentrionale di Napoli, sia consentito l’ingresso all’auto di un’inquilina che doveva accompagnare in ospedale con frequenza  il figlio quattordicenne portatore di handicap.

Il giudice Rocco De Girolamo ha accolto così l’istanza presentata dai legali della donna, gli avvocati Francesco Maria Tuccillo e Angelo Pisani.

 Il magistrato approfondendo poi la spinosa questione, ha disposto inoltre che vengano immediatamente eseguiti i lavori per delimitare un apposito spazio per la sosta all’auto nelle adiacenze  dell’edificio dove abitano la donna ed il figlio disabile. L’incresciosa vicenda che ancora una volta porta alla ribalta episodi di bieca incomprensione ed assurda intolleranza nei confronti dei disagi affrontati quotidianamente dai portatori di handicap, ha avuto inizio nel marzo dello scorso anno, quando all’inquilina, che per comprensibili ragioni di privacy chiameremo Anna, fu notificato un atto di citazione del condominio di via Lazio a Miano, nel quale veniva dichiarato illegittima la sosta della sua Fiat Uno utilizzata quotidianamente per il trasporto del ragazzo in ospedale.

Una delibera emessa dal suddetto condominio che dagli avvocati della donna è stata ritenuta, nella denuncia presentata al giudice e da questi immediatamente accolta, “inammissibile, pretestuosa, illegittima e antigiuridica”.  La signora Anna, intervistata subito dopo la notizia del provvedimento, ha subito voluto precisare che spesso purtroppo per far valere i propri diritti sull’ignoranza e l’intolleranza è necessario agire per vie legali: “Non credo  ci sia stato un vero e proprio accanimento nei miei confronti – ha detto la donna – ma davvero trovo  inammissibile che gli altri inquilini non fossero a conoscenza del problema di mio figlio, dato che mi vedono sempre alle prese con lui e con  la sua inseparabile carrozzella”.