Dimenticati dalle istituzioni e bistrattati dalla legge che li vuole poveri a tutti i costi, visto le misere pensioni con cui sono costretti a vivere, gli anziani nella provincia di Salerno, così come del resto in tutt’Italia, si dividono in tre categorie.
Quelli (una netta minoranza, pari, secondo le recenti statistiche stilate da alcune Associazioni di volontariato che si occupano dei Servizi sociali della zona, al 20 per cento della popolazione che supera i 65 anni) che godono di cospicue entrate o vivono con figli o parenti e quindi conducono un’esistenza abbastanza privilegiata rispetto ai loro coetanei “dimenticati” negli ospedali da chi non vuole più occuparsi di loro. Quelli, e sono la maggioranza, che sono costretti a tirare avanti “stringendo la ciglia” al massimo, vivendo ai limiti dell’indigenza e coloro che invece sono classificati come “poveri”, ovvero quelli che devono vivere con seicento mila lire al mese. Di quest’ultima categoria fa parte il 23 per centro degli anziani residenti in provincia di Salerno. Ma cosa ne pensano i diretti interessati?
<<La pensione sociale? Una miseria. Non riesco nemmeno a pagarmi il cibo. A volte penso che ci trattano così per farci morire prima e non averci più sulle spalle>>.
Lo sfogo, amareggiato, è di un’anziana signora di Scafati, Rina Coppola, ex contadina, che dopo aver cresciuto da sola l’unica figlia, che lavora in Toscana, vive ora con seicentomila lire al mese. Una miseria come la definisce lei.
Una miseria rispetto agli anni dedicati al lavoro nei campi ed agli acciacchi dovuti proprio alla fatica alle ore passate con la schiena curva a raccogliere e pulire pomodori o cipolle. Ora, a sessantacinque anni, spesso non può permettersi neppure di acquistare la frutta. <<Spesso mia figlia mi manda denaro – dice amareggiata la signora Rina- ma io dico che non deve farlo perché deve pensare ai suoi due figli. Lì dove vive la vita è ancora più cara>>.
Una situazione assurda, che però è comune a tanti suoi coetanei che vivono dimenticati da tutti. Come quella di una donna di 85 anni, Viola Mammolo, di San Lorenzo, una frazione di Sant’Egidio del Monte Albino, sofferente di diabete e cardiopatica, che nonostante abbia avuto otto figli, vive da sola in stato di abbandono. Il suo caso è stato più volte segnalato all’assistente sociale del Comune che ha preannunciato denunce contro i familiari che l’hanno abbandonata e non si curano di lei pur abitando poco distante, ma finora della signora Viola si occupa solo il suo medico curante cui lei oramai si rivolge anche per chiedergli di acquistare per lei le medicine in farmacia o di farle la spesa. Perché a parte lui nessuno da anni si occupa più di lei.