Per la Rubrica di Febbraio 2000

 

Barriere architettoniche nei condomini.

 

Dopo il caso dei due fratelli disabili di Napoli, costretti a rimanere chiusi nella loro casa al quinto piano perché entrambi immobilizzati su una sedia a rotelle ed impossibilitati ad uscire per mancanza dell’ascensore nel palazzo, o meglio perché da cinque mesi nessuno provvedeva a riparare il montacarichi, un’altra storia di “ordinario” disagio arriva da un paesino del Salernitano, Pontecagnano Faiano. Dove una giovane portatrice di handicap da tempo chiede la creazione di una rampa speciale, nell’atrio del palazzo dove vive con i genitori, che le permetta di arrivare con la sua carrozzina, da sola, all’ascensore con cui raggiungere poi il piano dove abita.

Maria Amelia S., ha trentacinque anni e dalla nascita è affetta da un grave handicap che la immobilizza alla sua sedia a rotelle.

Prima di  tre figli, la donna non ha mai patito particolari disagi, dato che a portarla in braccio, per superare quei “maledetti” cinque gradini, provvedevano prima il padre, poi i suoi due fratelli. Un aiuto indispensabile per metterla in contatto con  il mondo esterno che da qualche mese però è venuto a mancare da quando anche l’ultimo dei suoi fratelli si è sposato ed è andato ad abitare in un altro quartiere.

Il padre, troppo anziano per sollevarla, ha allora proposto agli altri condomini di costruire uno scivolo sulle scale che permetta alla figlia di uscire da casa senza aiuto. Da tre mesi però gli abitanti dello stabile tergiversano sull’argomento sostenendo che si tratta di lavori che potrebbero modificare l’estetica del palazzo e che quindi necessitano di ulteriori autorizzazioni. Alla faccia dell’abbattimento delle barriere architettoniche e del diritto dei disabili ad avere un’esistenza meno complicata possibile.

Il padre di Maria Amelia però stavolta è determinato a far valere i propri diritti, magari anche attraverso vie legali. In questo caso l’utente ha di certo buone possibilità di spuntarla, visto che alcuni mesi fa in situazioni analoghe è stato necessario l’intervento del giudice. In un condominio di Miano, in provincia di Napoli, un magistrato è infatti intervenuto, su istanza dei legali, per consentire l’ingresso, nello spiazzale antistante lo stabile, all’auto della mamma di un disabile, costretta ad accompagnare il figlio più volte al giorno con la sua vettura.

Con un provvedimento d’urgenza, infatti, il Tribunale di Napoli  ha ordinato che nel parco del condominio, sia consentito l’ingresso all’auto dell’inquilina che doveva accompagnare in ospedale con frequenza  il figlio quattordicenne portatore di handicap. Il giudice Rocco De Girolamo ha approfondito ulteriormente la questione, disponendo inoltre che fossero immediatamente eseguiti i lavori per delimitare un apposito spazio per la sosta all’auto nelle adiacenze dell’edificio dove abitano la donna ed il figlio disabile.