La riabilitazione ora
parla anche ungherese
Terapia del pedagogo
magiaro Petò si fa conoscere.
Praticata in un asilo
multireligioso a Gerusalemme
Un
metodo di riabilitazione alternativa per i bambini e adulti cerebrolesi, è
quello che prende il nome dal suo ideatore, il medico pedagogo ungherese Andras
Petò. Di questa terapia abbiamo già parlato nelle settimane scorse, dopo un
contatto con Tzed Kadima (un passo avanti) l’associazione che applica questo
metodo in un asilo a Gerusalemme per bambini di tutte le religioni.
Questa nuova terapia si rivolge agli invalidi motori
la cui disfunzione sia dovuta a danneggiamenti del sistema nervoso centrale.
Secondo Petò, oltre che danni del sistema nervoso centrale, l'inabilità del
motore è principalmente dovuto alla mancanza di cooperazione fra le funzioni
differenti. Per il medico ungherese è
fondamentale che questi soggetti debbano essere curati con formazione reale,
quella che lui chiama conduttiva, basata sull'idea che nonostante i danni, il
sistema nervoso ancora possiede la capacità di formare i nuovi collegamenti
neurali, e che l'abilità possa migliorare con l'aiuto di un apprendimento
correttamente guidato e attivo. La formazione conduttiva è una gestione
integrata dei processi imparanti ed educativi dei disabili motori. La relativa
essenza è nello sviluppo complesso della personalità basata sull'apprendimento
attivo. L'obiettivo di formazione conduttiva non è diretto a cambiare una
determinata inabilità ma di integrare e coordinare le varie funzioni. Questo
programma non richiede strumenti e sussidi ausiliari: il principio è che non è
l'ambiente che debba essere cambiato ma la persona invalida motore a doversi
adattare all'ambiente stesso. La terapia conduttiva insegna ai bambini
l'autonomia con la guida di bravi terapisti, affinché siano autonomi nella vita
quotidiana, per vestirsi, lavarsi, mangiare da soli, pettinarsi, slacciare le
scarpe e sbottonare la camicia. Si pratica una terapia molto intensa ed
efficace. I cicli terapeutici sono di uno o due mesi. E’ provato che almeno un
terzo dei disabili motori con danneggiamento del sistema nervoso centrale
migliorano più con l'aiuto di formazione conduttiva che con altri metodi.Più
presto un bambino riceve la formazione conduttiva e maggiore è la probabilità
che abbia miglioramenti. Su 10 bambini che iniziano la formazione conduttiva
prima dell'età di un anno, in 8, poi, potranno frequentare un asilo “normale”.
Per il metodo Petò, l'obiettivo primario è il non sviluppo delle funzioni del
motore in un senso biologico rigoroso ma lo sviluppo dell’intera personalità,
che condurrà indirettamente al miglioramento nelle funzioni.
L’insegnante conduttore trasporta i bisogni
dell'ambiente socioculturale al bambino e crea il soddisfare educativo concreto
con i requisiti specifici. Particolarmente importante il gruppo che stimola i
bambini in modo notevole.
Fin
qui in estrema sintesi il metodo del medico ungherese, che aprì il suo
"istituto" in uno scantinato di Budapest subito dopo la seconda
guerra mondiale. Il primo corso universitario è iniziato solo nel 1963, con
l'obiettivo di addestrare i conduttori. Il corso dura quattro anni ed i
laureati ricevono un doppio diploma di conduttore-insegnante. Il governo
ungherese ha fondato ufficialmente l'odierno “Istituto Petò" negli anni
50. Il “Petò Andras Institute” per
formazione dei conduttori di disabili motori è il centro della rete educativa
conduttiva che funziona ormai in diversi paesi del mondo.
Carlo.Cascone@libero.it