Solidarietà
multietnica a Gerusalemme
La
storia della struttura di Tsad Kasima frequentato da piccoli cerebrolesi
Un asilo nel
bel mezzo dell’Intifada. Continuiamo a parlare anche questa settimana di Tsad
Kadima, l’asilo di Gerusalemme, frequentato da 12 bambini cerebrolesi
appartenenti a tutte le popolazioni che vivono in Palestina: ebrei, ortodossi,
musulmani e laici.
In queste ultime settimane, la nuova Intifada ha influenzato pesantemente la
normale vita dell’asilo. A parlarne è Alessandro Viterbo, biologo e padre di
uno di essi. “I bambini del quartiere di Gush-Ezion –racconta Viterbo- non
sempre riescono ad arrivare in tempo all’asilo: la strada che li porta a
Gerusalemme -che passa vicino a Beir-Lehem e Beit-Jalla, zone, in questo momento,
molto pericolose per gli scontri tra le diverse fazioni, ndr- non sempre e’
aperta.
I bambini
arabi non sempre riescono ad arrivare il venerdì -giorno dove si frequentano
più facilmente disordini, ndr- dato che in determinate zone della città molto
spesso la polizia chiude le strade e non permette il passaggio a nessuno. Anche
il conduttore arabo, ogni mattina, di frequente deve transitare attraverso più
di un posto di blocco prima di poter arrivare all’asilo.
Gli incontri
dello psicologo con i genitori vanno di volta in volta diminuendo il numero di
partecipanti: specie quelli della periferia hanno paura di lasciare i bambini a
casa da soli. I genitori arabi si sentono a disagio.
Continuano,
invece, le giornate di attività comuni bambini- genitori ogni due settimane.
Gli argomenti trattati durante le riunioni sono più specifici, pratici,
tecnici, e quindi cadono facilmente le frontiere, visto che la maggior parte
dei problemi, delle esigenze, delle aspirazioni sono simili. Cosi’ ci si
ritrova a scambiare informazioni ed esperienze, a confrontare progressi e a
gioire per i miglioramenti dei bambini, indipendentemente se propri o di
un'altra famiglia. Il direttore dell’asilo con abilita’ rende tutti i genitori
partecipi e riesce a svolgere un programma all’insegna della cooperazione ed
armonia.
Forse
proprio da questi piccoli e isolati esempi di cooperazione, potrà rinascere
quell’atmosfera di pace che ora ci sembra cosi’ lontana”.
Carlo.Cascone@libero.it