Lettere:
1.
Ci sono libri che fanno la storia. Libri
che studiamo nelle scuole, che ci portiamo appresso per una
vita. Ce ne sono altri che fanno la cronaca, che ci danno il
senso di cosa sta accadendo e che ci richiamano alle nostre
responsabilità di persone, prima ancora che di cittadini. Una
società senza barriere" credo sia uno di quei libri
capaci, appunto, di fare la cronaca. Un libro strano, diranno in
molti: non è un saggio, non è un romanzo, non raccoglie
poesie. Poche pagine, pochissime parole, tanti disegni. Eppure
un libro importante. Per tanti motivi. Innanzitutto perché è
fatto bene, perché riesce a far capire con semplicità,
leggerezza e profondità un argomento difficile e drammatico.Ma
ancora di più perché non è solo un libro: è uno strumento di
civiltà. Come le barriere architettoniche sono uno strumento di
inciviltà. Sono una testimonianza di come a volte la società
rischi di essere nemica dei cittadini, il che diventa ancor più
grave se si tratta di cittadini che hanno maggiore bisogno di
aiuto. Ma dirlo non basta, bisogna fare, altrimenti si resta nel
solito ambito delle lamentazioni. Invitare i ragazzi a scoprire
le barriere architettoniche della loro città, fare in modo che
i loro lavori diventino una mostra, far lavorare insieme ragazzi
e architetti per presentare progetti esecutivi che permettano di
superare queste barriere, significa veramente fare.Fare cultura
nel senso più profondo del termine. Perché questi ragazzi
scopriranno attraverso il loro lavoro un volto diverso della
loro città ma anche un volto diverso della vita. Perché
impareranno sul campo il rispetto, mettendosi dalla parte di chi
a problemi che loro non hanno. Perché insegneranno agli adulti
qualcosa di concreto, dimostrando - se ce ne fosse bisogno - che
i nostri giovani sono spesso più sensibile e attenti di quanto
non sappiano essere gli adulti. Perché la scuola non sarà solo
luogo in cui si trasmette cultura ma luogo in cui si crea
cultura. Ma significa fare anche perché non ci si limita a
capire i problemi e descriverli, si propone di superarli, in
concreto.Di fronte a queste sollecitazioni che vengono dalla
società civile (dall'Associazione San Pantaleone, dalle scuole,
dai giovani, dai professionisti volontari) la cosiddetta
società politica cosa deve fare? Il suo dovere. Che è quello,
appunto, di capire e di fare. Tutti gli aspetti legati
all'handicap sono per una società il banco di prova del suo
saper essere civile. Come assessore alla Sanità posso dire
questo: fare in modo che ogni disabile sia cittadino a pieno
titolo - nell'uso del territorio, nel lavoro, nell'assistenza
sanitaria - è un obiettivo a cui diamo la massima importanza.
Sappiamo bene che è un percorso che deve vedere insieme le
istituzioni, le associazioni, i cittadini, le strutture
sanitarie pubbliche e private. Ma sappiamo anche che non è un
percorso che si può o non si può fare: si deve fare.Un'ultima
osservazione, anzi un desiderio. Mi piacerebbe che l'iniziativa
dell'Associazione San Pantaleone, che è la prima di questo tipo
a livello nazionale venisse conosciuta in tutta Italia.
Aiuterebbe a sfatare un bel po' di pregiudizi: sul Sud e sui
giovani, per esempio. E non sarebbe poco.
Ettore
Liguori
2.
Quello che lanciamo non è solo un concorso, è una sfida. Una
sfida a guardarvi intorno e a guardarvi dentro. Ma anche una
sfida a dimostrare che i giovani -ne sono convinto- possono
sorprendere il mondo degli adulti con la loro capacità di
pensare e di fare. È una sfida importante: vi stiamo chiedendo
di migliorare la società in cui viviamo. Come? Partendo da una
cosa molto concreta: le barriere architettoniche. E cosa sono,
direte voi? E molto semplice. Sapete bene che ci sono persone,
ragazzi e adulti, che con una brutta parola chiamiamo
handicappati. Persone come noi che però hanno alcuni problemi
che gli rendono la vita un pò più difficile. Ma spesso la
nostra società invece di fare in modo che la loro vita sia più
semplice fa di tutto per renderla impossibile. Per esempio se
una persona è costretta a vivere in carrozzella può capitare
che per andare in un certo luogo (un ufficio pubblico, un
ospedale, una scuola e così via) si trovi di fronte a delle
scale o altri ostacoli. Cioè a una barriera architettonica,
appunto, insormontabile. È giusto? Ovviamente no. Ecco la sfida
a guardarvi intorno. Provate a guardare la città mettendovi nei
panni di chi non può camminare, fare le scale, fare lo slalom
tra le macchine. Scoprite le cose che non vanno, che andrebbero
cambiate. E fate delle proposte per cambiarle. Trasformate le
vostre osservazioni in idee e noi trasformeremo le vostre idee
migliori in veri e propri progetti (fatti da architetti) e
cercheremo di fare in modo che i progetti diventino realtà. Ma
è anche una sfida a guardarvi dentro. Se guarderete la città e
la vita quotidiana con gli occhi dell'altro capirete meglio
anche voi stessi. E non è meno importante. In questo libricino
troverete la spiegazione del concorso (a cui potete partecipare
da soli, in gruppi, per classi, con l'aiuto degli insegnanti e
quello dei genitori) ma anche una serie di vignette e di
informazioni che vi aiuteranno a capire meglio cosa significa
"barriera architettonica". Inoltre la nostra
associazione è a disposizione di tutti per fornire spiegazioni
e consigli. Un'ultima cosa: perché lo facciamo? Perché siamo
convinti che la nostra società possa essere migliore di quello
che è. E siamo convinti che siamo tutti noi a poterla rendere
migliore, a cominciare dai giovani. Da anni ci battiamo con
questa convinzione. Di cose importanti ne abbiamo fatte tante e
tante continueremo a farne. Anche con il vostro aiuto, anche
dando voce ai giovani, tante volte più sensibili degli adulti.
Luigi
Celestre Angrisani
Il
Concorso
-
Il
concorso, promosso dall'Associazione S.Pantaleone, si
rivolge a studenti delle scuole elementari, medie e
superiori residenti nella regione Campania.
-
Potranno
partecipare singoli studenti, gruppi di studenti, classi.
Gli studenti potranno avvalersi della collaborazione di
adulti (insegnanti, genitori, etc.) purché ciò venga
esplicitamente dichiarato
-
La
partecipazione al concorso avviene secondo le seguenti
modalità:
1.
il partecipante (singolo o gruppo) individuerà delle
situazioni della sua città in cui esistono barriere
architettoniche (cosa sia una barriera architettonica è
illustrato in questo libretto);
2.
descriverà con parole, disegni, fotografie,
videocassette, testimonianze o altro la situazione di barriera
architettonica spiegando anche le ragioni per cui ha ritenuto
quella situazione particolarmente importante;
3.
proporrà attraverso parole, disegni, o altro una
soluzione per abolire la barriera architettonica individuata.
-
Ogni
partecipante potrà individuare un numero
illimitato di
barriere architettoniche
-
Entro
il 1° giugno 1999 tutti i lavoratori realizzati verranno
consegnati all’Associazione S. Pantaleone progetto “Una
società senza barriere”
-
Una
giuria presieduta dal presidente dell’Associazione Luigi
Celestre Angrisani e composta da esperti di vari settori
valuterà i lavori consegnati
-
I
lavori consegnati verranno valutati secondo i seguenti
criteri:
-
qualità della documentazione fornita;
-
sensibilità dimostrata nell’individuare le barriere;
-
qualità del progetto di abolizione delle barriere;
-
numero delle barriere individuate.
-
I
lavori ritenuti di maggiore interesse e significato verranno
affidati ad un gruppo di architetti volontari che
coinvolgendo i ragazzi che hanno realizzato i lavori stessi
realizzeranno dei veri e propri progetti sulla base delle
indicazioni fornite dai ragazzi. I progetti porteranno anche
la firma dei ragazzi e verranno consegnati ufficialmente
allo amministrazioni pubbliche affinché li realizzino
-
Tutti
i lavori consegnati verranno esposti in una mostra aperta al
pubblico con indicazione dei nomi di chii li ha eseguiti
-
L’inaugurazione
della mostra e la cerimonia di premiazione si terranno a
Nocera Inferiore il 21 giugno 1999.
Consigli
Per i
partecipanti del concorso
-
Aiutandovi con gli esempi
descritti nelle vignette di questo libricino provate a
individuare i vari luoghi che una persona (bambino, ragazzo
o adulto) frequenta (uffici, case, strade, negozi, scuole,
campi sportivi, etc.).
-
Assegnate a questi luoghi una
classifica per importanza.
-
Verificate se questi luoghi
hanno una barriera architettonica nei confronti di persone
che hanno difficoltà. Ad esempio misurate la grandezza di
una sedia a rotelle e verificate se in alcuni luoghi l’accesso
è troppo stretto per far passare la sedia a rotelle, oppure
identificandovi con una persona che ha una gamba ingessata e
deve camminare con le stampelle verificate se può accedere
o no in certi luoghi. Ricordate che le persone in
difficoltà possono avere problemi diversi: a volte ancora
non possono fare percorsi scivolosi e così via.
-
Quando individuate una
barriera architettonica spiegate perché secondo voi è
importante che venga abolita: raccogliete testimonianze (ad
esempio se è un supermercato intervistate i clienti o il
gestore e così via), fate dei disegni che facciano capire
le misure o la situazione (ad esempio se ci sono dei gradini
quanto sono grandi etc.) fate delle fotografie e così via.
-
Sulla barriera architettonica
individuata provate a formulare delle soluzioni. Ad esempio
sostituire i gradini con uno scivolo, allargare le porte di
accesso, etc.
-
Più barriere architettoniche
individuerete e più vorrà dire che la vostra ricerca è
stata fatta bene.
Alla
fine del lavoro scriverete una piccola relazione (in forma di
tema o come volete) sul lavoro svolto e su ciò che avete
capito, sulle esperienze, su come vi è sembrata la città vista
con gli occhi diversi e fate le vostre osservazioni sull’argomento
delle barrire architettoniche e su tutto ciò che secondo voi
bisognerebbe fare per rendere più semplice la vita da chi è
“andicappato”.
Presentazione
di Handy
Handy è ciò che in sè riassume il problema
esposto. E’ la gran voglia di vivere una vita giusta e
tranquilla, tanto senza pretese quanto senza rinunce. E’
la sintesi di tutti coloro che si scontrano contro il
mancato godimento della vita per la presenza di barriere
architettoniche. Non poter scendere da casa, non poter
attraversare una strada, scontrarsi con gradini, scale, ascensori
stretti, non poter usufruire dei servizi, di scuole o non
potersi godere una passeggiata, tutto ciò non significa
mancanza di voglia di vivere o mancanza di volontà, ma solo una
presenza quanto mai esasperante di barriere architettoniche nel
costruito.E’ facile a questo punto riflettere sul programma di
una semplice giornata di Handy, e dedurne una domanda: come
sarebbe la sua giornata senza barriere architettoniche? Se
ognuno ha diritto di vivere la sua vita nel migliore dei modi,
il più semplice è sicuramente quello di viverla come tutti,
viverla cioè usufruendo di tutto ciò che la città offre. Da
qui il paradosso di una città che dovrebbe offrire servizi e
godimento degli spazi ed invece ne chiude l’accesso per la
presenza di barriere architettoniche, facendo diventare così
tutto più difficile al limite tra ridicolo e paradossale.
Eppure basterebbero delle piccole precauzioni, non costose, solo
accorgimenti, più convinzione meno convenzione, o quanto meno
consapevolezza della realtà presente e, perché no, un minimo
di senso pratico.
Ciao
sono Handy E’ da tanto tempo che cerco di comunicare con te,
ma davvero mi è stato difficile. Già difficile….il motivo?
Il motivo è che mentre dentro di me ho gran voglia di vivere,
di uscire, girare, vedere, comunicare, purtroppo non riesco ad
esprimermi come vorrei a causa dei tanti ostacoli che incontro
ogni giorno. Non ho un’età precisa: …a volte mi sento
bambino, a volte adolescente, a volte vecchio…….ma sono
sempre comunque handy. Allora mi sono chiesto: perché è così
difficile comunicare? ….eppure sono simpatico….non sono
diverso dagli altri……i miei mali? …chi non ne ha!!! Se non
“questi”, forse “altri”. Ho capito però che nell’arco
della mia giornata, quando decido di uscire, di incontrare
qualcuno, di andare a scuola, o al lavoro, incontro mille
ostacoli……allora……solo……allora……al mio nome
aggiungono qualcosa e mi sento chiamare handy-cappato……mi
dicono che sono “portatore di handicap”……che strano!…..con
me porto solo la voglia di vivere; gli ostacoli li trovo.
Capisci dunque che in questo modo non riesco a fare molto o
quanto meno ciò che vorrei. Sai, non è molto……, è solo
ciò che fanno tutti:….conoscere la mia città, trovare i miei
amici, andare qualche volta al cinema, o più semplicemente,
……fare una passeggiata. Troppi parlano di me, ……pochi
parlano per me. …..conosco persone che stanno cercando di
parlare per me ……. Vuoi ascoltarle?…………..
Le
immagini di Handy |