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Presentazione

    I ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori dell’agro nocerino sarnese sono andati scoprire il loro territorio con gli occhi di chi non vuole le barriere architettoniche. Un’attività durata mesi che ha portato ad oltre cento proposte. Una dimostrazione di civiltà da parte di presidi, insegnanti, ragazzi. Il nostro impegno è quello di fare in modo che i migliori lavori realizzati dai ragazzi vengano resi pubblici tramite la stampa e si trasformino, con la collaborazione di architetti qualificati, in veri e propri progetti. Per segnare un'altra tappa concreta nella strada verso una società senza barriere.

Sommario
>Presentazione

> Lettere:

> Ettore Liguori

> L. C. Angrisani

> Il Concorso
> Consigli
> Presentazione di Handy
> Le immagini di Handy

Lettere:

1. Ci sono libri che fanno la storia. Libri che studiamo nelle scuole, che ci portiamo appresso per una vita. Ce ne sono altri che fanno la cronaca, che ci danno il senso di cosa sta accadendo e che ci richiamano alle nostre responsabilità di persone, prima ancora che di cittadini. Una società senza barriere" credo sia uno di quei libri capaci, appunto, di fare la cronaca. Un libro strano, diranno in molti: non è un saggio, non è un romanzo, non raccoglie poesie. Poche pagine, pochissime parole, tanti disegni. Eppure un libro importante. Per tanti motivi. Innanzitutto perché è fatto bene, perché riesce a far capire con semplicità, leggerezza e profondità un argomento difficile e drammatico.Ma ancora di più perché non è solo un libro: è uno strumento di civiltà. Come le barriere architettoniche sono uno strumento di inciviltà. Sono una testimonianza di come a volte la società rischi di essere nemica dei cittadini, il che diventa ancor più grave se si tratta di cittadini che hanno maggiore bisogno di aiuto. Ma dirlo non basta, bisogna fare, altrimenti si resta nel solito ambito delle lamentazioni. Invitare i ragazzi a scoprire le barriere architettoniche della loro città, fare in modo che i loro lavori diventino una mostra, far lavorare insieme ragazzi e architetti per presentare progetti esecutivi che permettano di superare queste barriere, significa veramente fare.Fare cultura nel senso più profondo del termine. Perché questi ragazzi scopriranno attraverso il loro lavoro un volto diverso della loro città ma anche un volto diverso della vita. Perché impareranno sul campo il rispetto, mettendosi dalla parte di chi a problemi che loro non hanno. Perché insegneranno agli adulti qualcosa di concreto, dimostrando - se ce ne fosse bisogno - che i nostri giovani sono spesso più sensibile e attenti di quanto non sappiano essere gli adulti. Perché la scuola non sarà solo luogo in cui si trasmette cultura ma luogo in cui si crea cultura. Ma significa fare anche perché non ci si limita a capire i problemi e descriverli, si propone di superarli, in concreto.Di fronte a queste sollecitazioni che vengono dalla società civile (dall'Associazione San Pantaleone, dalle scuole, dai giovani, dai professionisti volontari) la cosiddetta società politica cosa deve fare? Il suo dovere. Che è quello, appunto, di capire e di fare. Tutti gli aspetti legati all'handicap sono per una società il banco di prova del suo saper essere civile. Come assessore alla Sanità posso dire questo: fare in modo che ogni disabile sia cittadino a pieno titolo - nell'uso del territorio, nel lavoro, nell'assistenza sanitaria - è un obiettivo a cui diamo la massima importanza. Sappiamo bene che è un percorso che deve vedere insieme le istituzioni, le associazioni, i cittadini, le strutture sanitarie pubbliche e private. Ma sappiamo anche che non è un percorso che si può o non si può fare: si deve fare.Un'ultima osservazione, anzi un desiderio. Mi piacerebbe che l'iniziativa dell'Associazione San Pantaleone, che è la prima di questo tipo a livello nazionale venisse conosciuta in tutta Italia. Aiuterebbe a sfatare un bel po' di pregiudizi: sul Sud e sui giovani, per esempio. E non sarebbe poco.

Ettore Liguori

 

2. Quello che lanciamo non è solo un concorso, è una sfida. Una sfida a guardarvi intorno e a guardarvi dentro. Ma anche una sfida a dimostrare che i giovani -ne sono convinto- possono sorprendere il mondo degli adulti con la loro capacità di pensare e di fare. È una sfida importante: vi stiamo chiedendo di migliorare la società in cui viviamo. Come? Partendo da una cosa molto concreta: le barriere architettoniche. E cosa sono, direte voi? E molto semplice. Sapete bene che ci sono persone, ragazzi e adulti, che con una brutta parola chiamiamo handicappati. Persone come noi che però hanno alcuni problemi che gli rendono la vita un pò più difficile. Ma spesso la nostra società invece di fare in modo che la loro vita sia più semplice fa di tutto per renderla impossibile. Per esempio se una persona è costretta a vivere in carrozzella può capitare che per andare in un certo luogo (un ufficio pubblico, un ospedale, una scuola e così via) si trovi di fronte a delle scale o altri ostacoli. Cioè a una barriera architettonica, appunto, insormontabile. È giusto? Ovviamente no. Ecco la sfida a guardarvi intorno. Provate a guardare la città mettendovi nei panni di chi non può camminare, fare le scale, fare lo slalom tra le macchine. Scoprite le cose che non vanno, che andrebbero cambiate. E fate delle proposte per cambiarle. Trasformate le vostre osservazioni in idee e noi trasformeremo le vostre idee migliori in veri e propri progetti (fatti da architetti) e cercheremo di fare in modo che i progetti diventino realtà. Ma è anche una sfida a guardarvi dentro. Se guarderete la città e la vita quotidiana con gli occhi dell'altro capirete meglio anche voi stessi. E non è meno importante. In questo libricino troverete la spiegazione del concorso (a cui potete partecipare da soli, in gruppi, per classi, con l'aiuto degli insegnanti e quello dei genitori) ma anche una serie di vignette e di informazioni che vi aiuteranno a capire meglio cosa significa "barriera architettonica". Inoltre la nostra associazione è a disposizione di tutti per fornire spiegazioni e consigli. Un'ultima cosa: perché lo facciamo? Perché siamo convinti che la nostra società possa essere migliore di quello che è. E siamo convinti che siamo tutti noi a poterla rendere migliore, a cominciare dai giovani. Da anni ci battiamo con questa convinzione. Di cose importanti ne abbiamo fatte tante e tante continueremo a farne. Anche con il vostro aiuto, anche dando voce ai giovani, tante volte più sensibili degli adulti.

Luigi Celestre Angrisani

 

Il Concorso

  • Il concorso, promosso dall'Associazione S.Pantaleone, si rivolge a studenti delle scuole elementari, medie e superiori residenti nella regione Campania.

  • Potranno partecipare singoli studenti, gruppi di studenti, classi. Gli studenti potranno avvalersi della collaborazione di adulti (insegnanti, genitori, etc.) purché ciò venga esplicitamente dichiarato

  • La partecipazione al concorso avviene secondo le seguenti modalità:

1.  il partecipante (singolo o gruppo) individuerà delle situazioni della sua città in cui esistono barriere architettoniche (cosa sia una barriera architettonica è illustrato in questo libretto);

2.  descriverà con parole, disegni, fotografie, videocassette, testimo­nianze o altro la situazione di barriera architettonica spiegando anche le ragioni per cui ha ritenuto quella situazione particolarmente importante;

3.  proporrà attraverso parole, disegni, o altro una soluzione per abolire la barriera architettonica individuata.

  • Ogni partecipante potrà individuare un numero  illimitato  di  barriere architettoniche

  • Entro il 1° giugno 1999 tutti i lavoratori realizzati verranno consegnati all’Associazione S. Pantaleone progetto “Una società senza barriere”

  • Una giuria presieduta dal presidente dell’Associazione Luigi Celestre Angrisani e composta da esperti di vari settori valuterà i lavori consegnati

  • I lavori consegnati verranno valutati secondo i seguenti criteri:

-          qualità della documentazione fornita;

-          sensibilità dimostrata nell’individuare le barriere;

-          qualità del progetto di abolizione delle barriere;

-          numero delle barriere individuate.

  • I lavori ritenuti di maggiore interesse e significato verranno affidati ad un gruppo di architetti volontari che coinvolgendo i ragazzi che hanno realizzato i lavori stessi realizzeranno dei veri e propri progetti sulla base delle indicazioni fornite dai ragazzi. I progetti porteranno anche la firma dei ragazzi e verranno consegnati ufficialmente allo amministrazioni pubbliche affinché li realizzino

  • Tutti i lavori consegnati verranno esposti in una mostra aperta al pubblico con indicazione dei nomi di chii li ha eseguiti

  • L’inaugurazione della mostra e la cerimonia di premiazione si terranno a Nocera Inferiore il 21 giugno 1999.

 

Consigli

Per i partecipanti del concorso

  • Aiutandovi con gli esempi descritti nelle vignette di questo libricino provate a individuare i vari luoghi che una persona (bambino, ragazzo o adulto) frequenta (uffici, case, strade, negozi, scuole, campi sportivi, etc.).

  • Assegnate a questi luoghi una classifica per importanza.

  • Verificate se questi luoghi hanno una barriera architettonica nei confronti di persone che hanno difficoltà. Ad esempio misurate la grandezza di una sedia a rotelle e verificate se in alcuni luoghi l’accesso è troppo stretto per far passare la sedia a rotelle, oppure identificandovi con una persona che ha una gamba ingessata e deve camminare con le stampelle verificate se può accedere o no in certi luoghi. Ricordate che le persone in difficoltà possono avere problemi diversi: a volte ancora non possono fare percorsi scivolosi e così via.

  • Quando individuate una barriera architettonica spiegate perché secondo voi è importante che venga abolita: raccogliete testimonianze (ad esempio se è un supermercato intervistate i clienti o il gestore e così via), fate dei disegni che facciano capire le misure o la situazione (ad esempio se ci sono dei gradini quanto sono grandi etc.) fate delle fotografie e così via.

  • Sulla barriera architettonica individuata provate a formulare delle soluzioni. Ad esempio sostituire i gradini con uno scivolo, allargare le porte di accesso, etc.

  • Più barriere architettoniche individuerete e più vorrà dire che la vostra ricerca è stata fatta bene.

Alla fine del lavoro scriverete una piccola relazione (in forma di tema o come volete) sul lavoro svolto e su ciò che avete capito, sulle esperienze, su come vi è sembrata la città vista con gli occhi diversi e fate le vostre osservazioni sull’argomento delle barrire architettoniche e su tutto ciò che secondo voi bisognerebbe fare per rendere più semplice la vita da chi è “andicappato”.

 

Presentazione di Handy

Handy è ciò che in sè riassume il problema esposto. E’ la gran voglia di vivere una vita giusta e tranquilla, tanto senza pretese quanto senza rinunce. E’ la sintesi di tutti coloro che si scontrano contro il mancato godimento della vita per la presenza di barriere architettoniche. Non poter scendere da casa, non poter attraversare una strada, scontrarsi con gradini, scale, ascensori stretti, non poter usufruire dei servizi, di scuole o non potersi godere una passeggiata, tutto ciò non significa mancanza di voglia di vivere o mancanza di volontà, ma solo una presenza quanto mai esasperante di barriere architettoniche nel costruito.E’ facile a questo punto riflettere sul programma di una semplice giornata di Handy, e dedurne una domanda: come sarebbe la sua giornata senza barriere architettoniche? Se ognuno ha diritto di vivere la sua vita nel migliore dei modi, il più semplice è sicuramente quello di viverla come tutti, viverla cioè usufruendo di tutto ciò che la città offre. Da qui il paradosso di una città che dovrebbe offrire servizi e godimento degli spazi ed invece ne chiude l’accesso per la presenza di barriere architettoniche, facendo diventare così tutto più difficile al limite tra ridicolo e paradossale. Eppure basterebbero delle piccole precauzioni, non costose, solo accorgimenti, più convinzione meno convenzione, o quanto meno consapevolezza della realtà presente e, perché no, un minimo di senso pratico.

Ciao sono Handy E’ da tanto tempo che cerco di comunicare con te, ma davvero mi è stato difficile. Già difficile….il motivo? Il motivo è che mentre dentro di me ho gran voglia di vivere, di uscire, girare, vedere, comunicare, purtroppo non riesco ad esprimermi come vorrei a causa dei tanti ostacoli che incontro ogni giorno. Non ho un’età precisa: …a volte mi sento bambino, a volte adolescente, a volte vecchio…….ma sono sempre comunque handy. Allora mi sono chiesto: perché è così difficile comunicare? ….eppure sono simpatico….non sono diverso dagli altri……i miei mali? …chi non ne ha!!! Se non “questi”, forse “altri”. Ho capito però che nell’arco della mia giornata, quando decido di uscire, di incontrare qualcuno, di andare a scuola, o al lavoro, incontro mille ostacoli……allora……solo……allora……al mio nome aggiungono qualcosa e mi sento chiamare handy-cappato……mi dicono che sono “portatore di handicap”……che strano!…..con me porto solo la voglia di vivere; gli ostacoli li trovo. Capisci dunque che in questo modo non riesco a fare molto o quanto meno ciò che vorrei. Sai, non è molto……, è solo ciò che fanno tutti:….conoscere la mia città, trovare i miei amici, andare qualche volta al cinema, o più semplicemente, ……fare una passeggiata. Troppi parlano di me, ……pochi parlano per me. …..conosco persone che stanno cercando di parlare per me ……. Vuoi ascoltarle?…………..

Le immagini di Handy

 

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Via Matteotti, 13
84014 Nocera Inferiore - (SA)