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VI premio Angrisani: ...e il nonno?

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Concorrente 411

In nonno stregone

Mio nonno era un nonno come tutti gli altri, o come io lo credevo tale, ma era un nonno speciale, anzi direi uno stregone. Si chiamava Francesco, aveva due occhi piccoli ma di un azzurro intenso. Era piccolo di statura e parlava a dirotto. Spesso si chiudeva in cantina e quando provavo a chiedergli cosa mai facesse tante ore lì dentro, lui si limitava a alzare le spalle e con un grugnito rientrava in casa. Molte volte quando riemergeva dalle sue spedizioni misteriose in cantina, aveva il viso sporco di tanti colori, come se avesse pasticciato con tavolozze di acquerelli. In casa succedevano cose strane. I coperchi delle pentole che bollivano sul fuoco all'improvviso saltavano, i tappi sulle bottiglie fischiavano, il televisore si accendeva e spegneva senza che nessuno lo avesse azionato, il telefono suonava senza interruzione e le posate di casa sparivano continuamente. Quando ero molto piccolo, non facevo caso a questi strani fenomeni, ma, crescendo la mia curiosità diventò talmente forte che volli vederci chiaro. Un pomeriggio, mentre mio nonno dormiva, gli rubai dalla tasca della giacca la chiave della cantina e senza far rumore aprii la porta e scesi lungo la scala che portava all'interno della stanza tutto era al buio. Ceraci l'interruttore della luce e, tanta fu la mia sorpresa nel vedere disposti su una specie di tavolaccio centinaia di alambicchi fumanti che contenevano liquidi multicolori. Non credevo ai miei occhi, ma tutto era vero. Iniziai a convincermi nel fatto che mio nonno era uno stregone, ed ecco perciò spiegati gli strani fenomeni ai quali noi di casa eravamo ormai abituati da anni. Scoperto il suo segreto, cercavo in ogni modo di convincerlo a prendermi come suo allievo per poi diventare io stesso stregone. Ma, il nonno fu irremovibile e disse che mai e poi mai io avrei dovuto seguire il suo esempio. Mi fece fare un giuramento e io dovetti promettergli di non rivelare mai a nessuno il suo segreto, altrimenti lui avrebbe perso i suoi poteri. Nonostante la mia voglia di diventare uno stregone feci la mia promessa al nonno e la mantenni fino al triste giorno della sua morte. In seguito raccontai la storia alla mamma, ma lei ridendo, mi rivelò che il nonno era un gran burlone e che si divertiva un mondo a prendere in giro tutti. La spiegazione della mamma era logica ma io sono ancora convinto che il mio simpatico nonnino era un vero stregone. 

Coppola Francesco IV E San Marzano sul Sarno

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