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Concorrente 424

Mio nonno è uno stregone

Un bel pomeriggio di fine marzo la mamma aveva deciso di invitare una bisbetica signora per fare le pulizie di primavera. Perciò mia madre mi aveva mandato a casa dei nonni per due settimane: non pensavo che in questo piccolo arco di tempo avrei potuto passare una vacanza così intensa e ricca di episodi bizzarri.
Il trasferimento era avvenuto senza avvenimenti particolari, ricordo di aver brontolato per tutto la strada, proprio non volevo andare a vivere con due persone che sembrano dei pezzi di antiquariato e che avevano tutta l'aria di dovere essere assolutamente restaurati! Il primo tornando dalla scuola era rimasto allibita nel vedere il loro vecchio cagnaccio trasformato in un bellissimo purosangue la stanza nella quale dormivo diventata una luttuosa trincea e la mia povera nonna che assomigliava ad una grossa rana. Quando mio nonno mi vide scoppiò a rodere e disse: << Ah, ah, ah, tu ancora non sai che sei la nipote di uno stregone. Sono il braccio destro di Mago Merlino, vieni qua ti insegno un pò di cose>>. Ancora non riuscivo a capire se mi trovavo in un'altra dimensione spaziale o ciò che vedevo era la pura realtà. Seppi dare una giusta risposta allorchè capii che mio nonno faceva sul serio. Così passammo il pomeriggio tra pozioni e filtri magici. Ma cominciamo con ordine. Il primo incantesimo che mi mostrò fu quello utilizzato per trasformare i principi e le principesse in ranocchi e ranocchiette <<ABRARANABRA>> disse e fu così che diventai un anfibio e cominciai a gridare << cork, crok>>. Sì, aveva trasformato me, allora io inviperita gli ordinai: <<Trasformami alla svelta!>>. << Hai ragione devo aver sbagliato qualcosa, SABORANADRA>>, e diventai di nuovo normale. Mi fece vedere come si volava sulla scopa, ma non una scopa qualsiasi. Infatti aveva il motore incorporato. Ma anche qui non mancavano le spiacevoli conseguenze: non solo volò la scopa ma anche la nostra casa facendo spaventare tutta la fauna che circonda l'abitazione.
<< Curucù curucù casa torna subito giù. Facemmo poi mille esperimenti ma poi anche con celato terrore fu l'episodio del viaggio su Marte: Mi disse che dovevo comprare delle uova speciali che provenivano dal pianeta Marte: ciripì, ciripì, dieci uova venite qui>>. Era questo che avrebbe dovuto dire, invece disse un altra stranissima formula che non ricordo neppure, comunque le uova non arrivarono ma noi andammo dalle uova, o meglio in un millesimo di secondo ci trovammo senza nemmeno saperlo su Marte. Incontrammo tanti oggetti strani un tavolino che si apparecchiava da solo, un osso che cantava, una fanciulla senza mani, un randello castigamatti, un ginespro incatenato, un'oca d'oro, un'allodola che trillava e saltellava e infine un sorcetto, un uccellino e una salsiccia che ricorrevano le tre piume della fortuna che portavano all'amore di bellissime principesse. Il sorcetto iniziò a dire: << DONZELLA VERDE, MIA PICCOLETTA GAMBETTA SECCA, MAGRA CAGNETTA, O RISECCITA, SI' DICO A TE, MOSTRAMI SVELTA FUORI CHI C'E'>>. 
Subito saltò fuori da una grande noce una bella donna. Io guardavo senza parole quello che succedeva proprio sul più bello mio nonno pronunci un'altra stranissima formula. Ogni giorno mi mostrava degli incantesimi che io imparavo. Quando dovetti tornare a casa, mi dispiaceva molto lasciare i miei due nonni anche se un poco vecchie bisognosi di restauro erano simpatici e arzilli come nessun altro nonno moderno. 

La Marra Michela IV E San Marzano sul Sarno

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