...è il nonno
Io passeggiavo per il Lungomare San Marco quando vidi un uomo triste e malinconico seduto sul muretto.
Mi avvicinai e gli chiesi: - Come ti chiami? - Alberto - rispose. - Io mi chiamo Miriam - dissi sorridendo.
Io lo guardai con insistenza e con gli occhi, più che con la bocca, gli chiesi di parlare. Egli cominciò a raccontare.
- Ero un bambino povero, mio padre era falegname e mia madre sarta.
Spesso giocavo in un vecchio magazzino abbandonato con i miei amici. Non c'erano tanto pericoli come oggi.
- Ma quando sei nato? -
chiesi interrompendolo.
. Nacqui ad Agropoli nell'estate del 1930 -
- Scusa, ti prego continua, - chiesi.
- Un giorno però quel negozio venne comprato da un ricco signore milanese, che aveva una figlia istruita e bella di nome Anna. Anna aveva tutto ciò che un bambino a quei tempi potesse desiderare, ma era triste, perchè non aveva amici e stava sempre sola. Un giorno passando per casa sua la vedemmo piangere. Io Cinzia, Nicola e Carmela ci avvicinammo e le chiedemmo: - Vuoi venire con noi? - Ci guardò un pò stupita poi si alzò di scatto e venne con noi.
Cinzia ci portò al fiume ci sedemmo in riva e ci divertimmo a guardare i girini e le rane. Anna invece ci portò nella sua camera piena di bambole e giochi e giocammo insieme. Passarono uno o due anni da quel giorno quando la guerra arrivò anche ad Agropoli. Io e gli altri dovemmo dividerci, eravamo giovani, ma dovevamo già affrontare le brutalità di una guerra. I miei amici mi mancavano. Quando la guerra finì ritornammo ad Agropoli distrutta, ci incontrammo: lo ricordo come se fosse ieri, era il 06/06/1948. Io riconobbi Anna e ci abbracciammo. Ormai ero ancora più povero di prima ma ero ricco di amici. Anche Anna perse tutto ma eravamo felici di essere vivi e riuniti. Compiuti i 18 anni anche se feci un pò di lotte con suo padre, superando ogni limite Anna diventò mia moglie, anche gli altri misero su famiglia, ognuno prese la sua strada. Ma mi resterà per sempre nel cuore una frase: Ci vorremo sempre bene. E così dicendo Alberto si commosse e anche io capii quanto si volevano bene, ma poi gli domandai:
Perchè quando ti ho visto eri triste? -
E lui rispose: - Perchè non capisco come nel mondo di moggi si dia più valore ai soldi che all'amicizia. Noi eravamo poveri ma felici. -
Miriam Moretto V C
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