Il nonno rapito dagli Extraterrestri
Mio nonno mi ha raccontato che quando era giovane gli è capitata una grande avventura. Un mattino mentre era in alta montagna a raccogliere le castagne insieme alla nonna, ad un tratto nel cielo vide una grande stella luminosa e pian piano quella stella diventava sempre più grande, luminosa e si avvicinava sempre di più.
Man mano che si avvicinava cambiava forma e il nonno si accorse che non era una stella ,ma una navicella spaziale. Poi ad un certo punto si fermò quasi a sfiorare la terra, si abbassò una scala luminosa e scesero degli strani omini verdi con le orecchie a punta, delle piccole antenne sulla testa, con i piedi a forma di pinne e con un raggio di luce trasportarono il nonno sulla navicella e ripresero il volo. Il nonno dal grande spavento svenne, ma quando riprese i sensi si guardò intorno e si accorse di essere sulla navicella e di essere stato rapito dagli Extraterrestri. In quella navicella c'erano tantissime televisioni e tanti pulsanti colorati. Poi gli Extraterrestri lo rinchiusero in una gabbia di vetro. Il giorno dopo lo liberarono, gli fecero capire che non volevano fargli del male e gli fecero visitare il loro pianeta. Il nonno impaurito, ma anche stupefatto vide che su quel pianeta c'erano tanti crateri, gli alberi avevano tutti la stessa forma cioè triangolare e c'erano degli strani animali. Poi gli Extraterrestri riportarono il nonno sulla navicella gli fecero un sacco di domande sulla vita dei terrestri: cosa mangiavano, come si vestivano, come si divertivano ecc. Poi si aprì una grande palla di vetro che era al centro della navicella e apparve una tavola con tante pietanze strane; gli Extraterrestri invitarono il nonno a mangiare lui non voleva ma quando incominciò ad assaggiare si accorse che quei cibi così strani erano molto saporiti e mangio tutto con gusto. Il giorno seguente lo riportarono sul castagneto dove la nonna era rimasta impietrita dalla paura. Gli extraterrestri con una pistola che mandava raggi infrarossi fecero risvegliare la nonna e scopri che quegli esseri cosi strani non erano cattivi; fecero conoscenza, diventarono amici e ancora oggi li ricordano con nostalgia, guardano il cielo e sperano che un giorno appari di nuovo quella navicella.
Marco Terralavoro classe IV
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