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Concorrente 071

Con nonno su un altro pianeta

Il mio nonno si chiama Michele, ha i capelli bianchi e gli occhi verdi, è di statura media, è molto buono e mi vuole tanto bene. Il mio nonno per me è un super nonno perché fa sempre quello che dico io ed esaudisce tutti i miei desideri, quelli esaudibili naturalmente. Ad esempio a me serviva un ficchi- ficchi, uno strumento tipico del mio paese, che si suonava a Natale nell'antichità, ma ora i bambini lo usano come giocattolo, e lui me lo ha fatto. Mi racconta la sua vita da piccolo e a me piace ascoltarlo perché è bello scoprire come vivevano tanti anni fa. Io gli faccio molte domande: come facevano a mandare avanti le famiglie che a quei tempi erano numerose ed erano composte anche da dieci persone, come passava il tempo. Lui mi racconta che o giocava, o andava a pascolare le mucche e le capre, o aiutava la famiglia. Mi ha anche detto che quando arrivava la stagione della raccolta del mais si riunivano molte persone, tra cui anche bambini. Quando lui vedeva una bambina che gli piaceva, prendeva una spiga che aveva i chicchi di colore rosso e gliela porgeva, perché si diceva che le avrebbe portato fortuna. Una volta mi costruì una casetta di legno abbastanza grande. In campagna mi ha costruito un'altalena e quando ci vado trascorro delle lunghe ore a dondolarmi beata mentre lui mi spinge. Abbiamo vissuto tante avventure insieme. Una volta eravamo nella casetta in campagna e ad un certo punto vedemmo cadere un nido con dentro un uccello. Siccome il mio super nonno è un appassionato della natura e ci tiene molto a mantenerla intatta, volle riportare il nido sulla quercia. Cominciò ad arrampicarsi sull'albero, io volli andare con lui perché non avevo mai scalato un albero. Ero incuriosita a vedere le cose da lassù. Ad un tratto venne la mamma dell'uccellino che al nonno non fece niente, ma era a me che stava beccando. Allora nonno cominciò a parlare con mamma uccello:
- Non fare così, questa è mia nipote Annarita, te la presento - 
Io rimasi lì a guardare.
- Ciao - dissi. 
Poi il nonno ripose il nido al suo posto e mamma uccello cominciò a coccolare il suo piccolo. Scendendo io stavo per cadere quando sentii il nonno che mi diceva:
- Annarita, aggrappati a me, non aver paura, non cadrai - 
Arrivati giù lui mi diede un fiore che era profumatissimo, non so il nome ma era di colore rosa. L'avventura finì dicendomi che mi voleva un immenso bene. Un altro giorno andammo in un verde prato tutto fiorito. Ad un certo punto atterrò un UFO e sopra c'era un extraterrestre. Mio nonno mi disse che già lo conosceva, era un suo amico che lo aveva aiutato quando, un giorno che aveva portato al pascolo le sue capre in montagna, stava per cadere in un burrone. L'extraterrestre ci propose di andare a fare un giro con lui nello spazio e di andare a visitare il suo pianeta. 
Noi accettammo. Io ero molto impaziente di vedere un altro pianeta. Partimmo subito. L'UFO dell'extraterrestre andava velocissimo. Ci dovemmo mettere le maschere dell'ossigeno, perché eravamo fuori dall'atmosfera. In un attimo fummo sul nuovo pianeta. Cominciammo ad esplorarlo, era tutto montuoso e c'erano poche case, conoscemmo un sacco di amici, uno si chiamava Gim, un altro si chiamava Tom, un altro si chiamava Fam, un'altra si chiamava Lalì, un'altra Benedict, un'altra Adelin, ed infine i piccoli San, Tin, Pim e le gemelline Alexia e Anny. Erano tutti extraterrestri, ma erano così buoni! I piccoli erano graziosissimi e mi insegnarono un gioco. Però prima io e il nonno dovemmo imparare bene il nome delle parti del corpo. Ci impiegammo un po' di tempo, ma alla fine ci riuscimmo. Cominciammo a giocare: Gim diceva le parti del corpo e noi le dovevamo toccare. La testa si chiamava brio, le braccia tamb, le gambe gum, le mani min, i piedi pear, le ginocchia oran, il collo pen, gli occhi or, le orecchie over, il naso nam, la bocca bum. Io perdevo sempre, il nonno resisteva e qualche volta vinceva pure. Io mi divertii molto, ma arrivò il momento di tornare a casa, salutammo tutti e il nostro amico Emuly ci accompagnò a casa. Il mio super nonno disse a Emuly di venirci a trovare spesso, anche noi facemmo la promessa di andarli a visitare. Quel giorno mi divertii molto con i miei nuovi amici. Io voglio molto bene a nonno Michele, è un nonno speciale, anzi è un super nonno, ma nessuno crede alle avventure che io vivo con lui.

Annarita Ettorre 5^A 

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