...e
la nonna racconta
Mia nonna è molto "colorita" quando racconta, riporto perciò le sue parole:
Una volta i bambini non li mandavano a scuola, li tenevano a casa per bisogno, per portarli a lavorare in campagna, per guadagnare qualche cosa.
Io ho fatto la prima e metà della seconda, però per mio conto mi arrangio, ma ho fatto poco, anche perché dopo è cominciata la guerra del '15 e le scuole erano tutte sbandate. Io sono del 1905 e nel 15 avevo 10 anni neanche.
Mi hanno tenuta a casa perché il lavoro era tanto nella campagna, c'era bisogno; sai, uomini non ce n'erano a casa, non c'era nessuno, solo vecchi e bambini. Tant'è vero che io a dodici anni andavo in campagna e ho preso paga di donna, perché ero una bambina robusta; andavamo dietro al "frumentone", insomma, andavamo da tutte le parti dove c'era da lavorare.
Ah! Ho cominciato presto, ho cominciato durante la guerra. E' durata tre anni, puoi immaginare che crisi c'è stata, che movimento! Per mangiare andava più che male. La roba c'era anche, e che a noi poveri ci tenevano indietro. Ci davano quello che volevano i signori.
Si lavorava, ma davano poco!
Mio padre faceva il "giornaliere" e gli dicevano: Prendi il sacco e vieni che andiamo, ti diamo un po' di frumentone.
Non stavano lì tanto a pesare, gliene buttavano un po' nel sacco e via; e lì non si poteva parlare perché, cosa volevi?, comandavano loro.
Noi eravamo sottomessi, eravamo "schiavi". I padroni facevano quello che volevano. E si lavorava tanto, soldi non se ne vedevano, si lavorava dalla mattina alla sera, finché c'era il sole.
MAUTONE GIOVANNA
Ascea
Ins. Pasquale Balbi
DIREZIONE DIDATTICA DI PISCIOTTA
Scuola elementare Ascea cpl
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