...e il nonno
Ecco a voi il mio nonnino simpatico, solo e super proprio come quello che cercavate nel vostro libro delle "tre S". Simpatico perché fa divenire i bambini e fa sempre battute ironiche, solo perchè non ama tanto stare in compagnia e super perché con lui noi nipoti giochiamo a carte ed egli vince sempre.
Si chiama Antonio ma è soprannominato "zigaro".
Nel paese tutti lo conoscono con questo soprannome ed anche noi nipoti. Però ha un difetto: è molto lunatico perché di carattere capriccioso, incostante e volubile.
E' alto quanto me, è robusto ed ha uno stomaco che fuoriesce dalla cintura che una volta conteneva uno stile molto più atletico; ha i capelli brizzolati tendenti al bianco, gli occhi neri come il carbone che ricordano vagamente il signor Mangiafuoco, un naso al carciofo, la bocca carnosa e rosea che rumoreggia vogliosamente quando mangia la pasta e fagioli.
Ha una carnagione scura che si porta dietro da decenni di lavoro sotto il sole, sia quando lavorava in montagna con la Comunità Montana e dalle giornate passate nei campi, che dalle lunghe ore trascorse sulla sabbia a godersi le meritate ferie estive in quel limpido scorcio di mar Tirreno che bagna le nostre coste cilentane.
Altra caratteristica di nonno Zigaro, è la buona abitudine di calzare i famosi "giapponesi" che lo accompagnano durante la calura estiva in qualunque momento anche nelle faticose scorrerie in montagna.
Quando si arrabbia essi diventano "tarrna letale" per i suoi nipoti, per tutto il cortile è uno svolazzar di giapponesi alla ricerca della testa da colpire!!!
Adesso che è pensionato, ha abituato il suo stomaco ad essere alquanto capriccioso e preciso, infatti dopo il pranzo puntuale di mezzogiorno lo si sente brontolare verso le ore diciotto: - Marì "metti 'a pezza" che è l'ora!
Ma adesso vi voglio raccontare un episodio che vi aiuterà a capire meglio le molteplici qualità che caratterizzano la vita quotidiana del mio caro nonno.
Un giorno come tanti, ero andata con mamma insieme ai nonni in località
"Mazzavacca" , una località nei pressi dì Pattano, per cercare gli asparagi,
che a detta sempre del nonno, oltre alla loro squisitezza, contengono delle proteine che sono essenziali per la crescita e indispensabili per la salute.
Camminavamo in ordine sparso lungo un irto sentiero, la mamma con nonna ci precedevano di buona Iena, tanto che dopo poco sparirono dalla nostra vista. Insieme al nonno ciondolavamo tranquilli cercando con lo sguardo tra i rovi i caratteristici steli degli asparagi, intanto mi allietava il cammino con barzellette dette alla sua maniera.
Non è mai stato bravo in queste cose, ma quando eravamo soli trovava il modo per rendere belli quegli attimi ed anche se gli sembrava ridicolo, ripeteva le storie di quando era bambino e ricordava ad alta voce gli anni della guerra quando bambino si recava a Vallo a prendere "il pane con la tessera" sotto i portici.
Ad un tratto, mentre tra le risate raccoglievamo i prelibati asparagi, ho intravisto un serpente bianco e nero, con una striscia gialla sulla testa triangolare, gli occhi di ghiaccio e la lingua biforcuta sibilante tra due denti arcuati. Ho fermato la mano e sono rimasta immobile, in quel momento tra tanti pensieri di paura, ho ricordato le raccomandazioni del nonno; - Bambini, nel mare non ci sono taverne, ma la campagna è molto più pericolosa della montagna!!! - Dove vivono i roditori ci sono i serpenti, dove vedi volare il falco è perché là vivono i rettili...
- Quando incontrate un serpente non fate movimenti bruschi, con calma allontanatevi, vedrete che anche il serpente riprenderà la propria strada..
Con questi pensieri ho chiamato con un filo di voce nonno Zigaro, che subito si è reso conto del pericolo. Con un leggero movimento mi è passato davanti cosi ho intravisto un bastoncino con la punta a forma di ipsilon, uno scatto e la testa del serpente è prigioniera della forca. Il nonno mi ha fatto allontanare, e qualche tempo dopo mi ha raccontato di come era finita la storia del serpente piumato.
Un serpente dei più pericolosi, che si poteva incontrare raramente e solo in determinate stagioni, era stato costretto ad ucciderlo, perché poteva essere molto pericoloso per bambini ed animali che percorrevano quel sentiero.
Quella sera ho dormito nel letto con mio nonno, e dopo il bacio della buonanotte mi sono beatamente addormentata tra le braccia del mio piccolo grande nonno super eroe!!!
Maria classe V
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