Una persona anziana a me cara
Io ho quattro nonni: Aristide, Silvia, Cesare e Romilde. Qui vorrei parlare di nonno Cesare, che è il più anziano di loro ed è il papà della mia mamma.
Mentre io abito a Salerno con i miei genitori ed il mio fratellino, il nonno Cesare abita a Cosenza insieme alla nonna Romilde. Quando ero più piccolo e lo andavo a trovare, era per me una grande festa.
Lui mi faceva trovare sempre bellissimi regali e leccornie buonissime. Quando rientrava a casa guardavo le buste che aveva in mano sicuro di trovare qualcosa per me. E lui non mi deludeva mai; riusciva a stupirmi con sorprese sempre diverse e divertenti.
Una volta mi portava una macchina telecomandata, una volta una scatola di costruzioni, un'altra volta ancora un animaletto di stoffa. Mio nonno ha combattuto nella seconda guerra mondiale in Africa e in Russia e per quello che ha fatto ha avuto tre medaglie. Quando eravamo insieme al mare, dopo cena mi sedevo con lui in giardino ed ascoltavo i suoi racconti della guerra. Mi diceva che aveva fatto amicizia con un cagnolino e una scimmietta, che saliva sugli aeroplani, che curava i signori negri, che cantava la ninna nanna ai bambini rimasti soli per colpa della guerra e che tante volte giocava con loro facendoli divertire.
A me piaceva molto ascoltare queste storie e alla fine di ogni racconto gli facevo mille domande.
Da quello che mi diceva capivo di essere un bambino fortunato perché ho una mamma, un papà, una casa e tanti amici che mi vogliono bene. Oggi purtroppo mio nonno Cesare non sta bene, è a letto ed ha bisogno di molte persone accanto che lo curano e gli stanno vicino. Non può più uscire a comprarmi i regali e non può neanche raccontarmi tutte le belle storie di una volta. Quando vado a trovarlo lo riempio di carezze e di baci. Dopo, gli racconto tutto quello che faccio, sia a scuola che a casa; gli parlo delle mie amicizie e dei giochi che faccio con i miei compagni. Adesso è lui che mi ascolta in silenzio. Non può più parlarmi e mi risponde solo con un sorriso o un movimento della testa. Allora io penso che è ritornato un bambino e che io devo fare per lui tutto quello che una volta lui faceva per me.
La prima volta che l'ho visto così sono stato male tutta la giornata. Però poi ho capito che I 'importante è che lui continui a volermi bene come sempre, anche se non può più riempirmi di regali e farmi divertire come una volta.
Aristide Mele classe II
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