Il nonno e il bambino
C'era una volta un bambino molto amato dai suoi genitori che però non stavano mai con lui, perché lavoravano lontano.
Questo bimbo viveva con il nonno durante le assenze dei genitori. il nonno lo accompagnava a scuola poi gli preparava tante cose buone da mangiare e poi lo accompagnava ai giardini a giocare e insieme si divertivano.
E così il bimbo cresceva e intanto si faceva tanti amici con cui giocare e il nonno era felice di vederlo circondato da tanti amici.
Un giorno mentre stava giocando ai giardini si sentì chiamare per nome dalla Donna Erbivora, che era tutta verde, molto bella ma molto cattiva. Infatti la Donna Erbivora non amava i bambini perché secondo lei erano troppo rumorosi e fastidiosi. Quando la Donna Erbivora prendeva un bambino lo portava a vivere nel suo castello dove regnava il silenzio assoluto e tutto era buio e grigio, molto triste. Lì, nel castello, i bimbi diventavano ubbidienti e silenziosi ma non ridevano più; erano tutti molto tristi ma non facevano rumore e non davano fastidio.
il nonno, che stava su una panchina a leggere il giornale, come fanno tutti i nonni, e seguiva attentamente i giochi del nipotino, si accorse Immediatamente del pericolo che correva il bimbo. Ecco allora che il nonno si alza e avanza a grandi passi, coraggiosamente, verso la Donna Erbivora e, senza paura, le dice di non avvicinarsi mai più ai bimbi e di lasciarli giocare e urlare in libertà. La Donna Erbivora, che era in realtà una strega cattiva, cerca di usare le sue magie contro il nonno , ma non ci riesce perché il nonno è protetto dall'amore che supera ogni limite.
E così il nonno decise che era arrivato il momento di liberare anche tutti gli altri bimbi prigionieri della strega e insieme agli altri nonni andò all'attacco del castello. Ci fu un lungo assedio ma alla fine tutti nonni riuscirono a liberare i nipotini.
I bimbi appena uscirono dal castello incantato cominciarono a correre, a ridere e a urlare dalla gioia, felici di essere di nuovo liberi.
I nonni diventarono gli eroi di tutti i bambini e ancora oggi lo sono.
Caterina Amendola classe II
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