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VI premio Angrisani: ...e il nonno?

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Concorrente 278

Il nonno

Il nonno è come un forte albero, che racconta storie da lui vedute.
Io vorrei che il nonno non morisse mai, perché noi bambini abbiamo bisogno di lui, specialmente quelli che non hanno genitori, che gli raccontano storielle. Il nonno è molto importante per me, e per voi? Io credo che il nonno è come un forte albero, perchè come l'albero in un giorno di pioggia protegge con il suo fogliame tutti gli animali , così noi bambini ci sentiamo bene, protetti quando i nonni ci tengono tra le loro braccia generose, gentili e avvolgenti come rami. Se mi dovesse capitare di non avere più i nonni, scoppierei a piangere, non lo so il perché, ma penso che mi sentirei sola senza di loro.
lo non so parlare dei miei sentimenti, ma so dimostrarli e sono certa che senza nonni, una parte del nostro cuore muore per sempre.
Non ho provato i sentimenti di un bimbo senza nonni perché io li ho, ma purtroppo non stanno molto bene e se un giorno dovesse capitare che non ci saranno più, il mio cuore si romperà e un velo di tristezza mi accompagnerà per tutta la vita. Adesso basta parlare dei miei sentimenti, voglio raccontarvi una storia sul nonno, ascoltatemi:
C'era una volta, un grande albero forte, alto, bello, con dei rami stupendi, sul suo tronco vedevo una bocca grande per baciarmi e mi raccontava le sue avventure stupende, bellissime storie misteriose, amori senza fine, storie di vita e di guerre.
Un giorno però mi raccontò la storia di una guerra tragica, che minacciò il mondo intero, era la storia da lui veduta:
<LA SECONDA GUERRA MONDIALE>

<Era il 6 settembre 1940, un giovane forte e pieno di vita fu chiamato come soldato Aveva appena 20 anni quando salì su un treno che lo portò a Gorizia. C'era lo stato di guerra, la gente aveva paura, le famiglie ormai divise piangevano i loro cari lontani, il cibo era poco, anzi non si trovava e con esso neanche i medicinali.
Per dieci giorni rimase a Gorizia , dopo di che vennero i tedeschi e lo portarono nei campi di concentramento a Londostok, lì rimase 6 mesi, poi fu deportato in Russia. Una lunga marcia a piedi , con la neve alta e il freddo e la fame. Da centinaia che partirono, arrivarono a destinazione in poche decine . Arrivati in Russia lo fecero lavorare nelle miniere di carbone
In aggiunta a tanto strazio, un giorno scoppiò la miniera dove egli lavorava , così che perse la vista per tre giorni. Dopo un intervento chirurgico, cominciò a vedere anche se poco Riprese il lavoro faticoso nelle miniere però ormai era molto debole e magro .I tedeschi , un giorno , ordinarono a tutti di fare la "doccia'. A questo punto un sospetto balenò nella mente del giovane, non vedeva uscire chi entrava, pensò "è arrivata la mia ora !"Ad un tratto passò di li un soldato, lo guardò e lo fece uscire dalla fila. La sua vita era salva l Per altri 6 mesi lavorò nei campi di concentramento .111 maggio 1945 si ha la notizia della morte di Hitler, gli americani liberano i prigionieri. La resa del Giappone il 2 settembre 1945 pone fine alla lì guerra mondiale che è costata oltre 40000000 di morti tra militari e civili.
Questo giovane uomo era tuo nonno, rispettalo, amalo, ora tocca a te proteggerlo perché ormai è vecchio e debole, dagli sicurezza, non escluderlo dalla tua vita, egli ti serve anche se non ha più la sua forza ti può dare tanta saggezza, anche se la sua mano trema rende la tua coraggiosa, anche se non ha più voglia di ridere rende te felice e sereno con la sua dolcezza e serenità.
Egli è come me: un vecchio albero disposto ad accogliere, a rinfrescare, a donare senza aspettarsi nulla in cambio ma pronto a ringraziarti se porgi a lui un po' d'acqua. Amalo e ti amerà, rispettalo e ti insegnerà.

Dopo aver letto ciò, il vecchio albero si addormentò: non era un sonno eterno ma momentaneo, perché riusciva comunque ad essere sempre vivo nei ricordi di ogni uomo che era nn giorno un bimbo.

Diletta Avaglino classe IV

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