Un nonno solo
C'era una volta un vecchio nonno che abitava in un piccolo paese in cima ad una collina. La sua casa era circondata da un ampio guardino ed era abitata solo da lui, perché la moglie era morta e il suo unico figlio viveva in America.
Tutti i bambini del paese lo temevano perché era una persona riservata e scontrosa e non conversava mai con nessuno, soprattutto sgridava i bambini che si avvicinavano al suo recinto per curiosare.
Un giorno, Claudio, un bambino che giocava a pallone vicino alla sua casa, fece balzare il pallone nel suo giardino.
Con le manine tremolanti, per paura di essere sgridato dal nonno, Claudio bussò per chiedergli se gli ridava il pallone. Il vecchio nonno aprì il cancello e lo fece entrare in casa e stranamente incominciò a parlare con il ragazzo.
La casa era arredata con mobili molto curati e c'era un ritratto di una signora bellissima attaccato alla parete del salotto: la moglie del signore.
Il nonno incominciò a raccontare degli anni passati con sua moglie e suo figlio, ormai diventato adulto, di quanto era stato felice di vivere con loro e ora si sentiva tanto solo perché non aveva nessuno con cui parlare.
Le giornate le trascorreva tutte uguali, e a volte non diceva una parola per settimane intere, e i suoi unici compagni erano i ricordi che gli affioravano alla mente. Dopo quell'incontro, però, le cose cambiarono perché Claudio capì che il nonno era triste e scontroso perché si sentiva tanto solo.
Tornò tutti i giorni a far visita al vecchio nonno e a volte lo seguivano anche i suoi compagni affascinati dai racconti che egli faceva. Da quel giorno il nonno non fu più solo perché quei ragazzi allietarono le sue giornate con la loro spontaneità e giovinezza.
Vincenzo Rotondo
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