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Concorrente 376

Cari genitori...

Cari genitori, abbiamo fatto una esperienza emozionante, che è affondata nei nostri cuori e siamo certi, ci resterà per sempre.
Siamo andati a fare visita agli anziani della casa di riposo e ci siamo commossi tanto.
Essi non stanno male, vengono trattati con cura e con affetto, ma una sensazione di profonda tristezza aleggiava sui loro volti.
Perché?
E' una domanda che abbiamo rivolto a loro e, nel nostro cuore, anche a noi stessi.
Essi non vivono più nel presente ma sono ancora trattenuti in un passato palpitante di ricordi, denso di problemi ma anche di affetti familiari, abitudini rassicuranti e lavoro.
Da bravi alunni, una volta evidenziato il problema, abbiamo pensato ad una soluzione, anche parziale.
Cosa possiamo fare noi, ragazzini di appena undici anni, senza lavoro né ricchezze proprie?
Possiamo utilizzare l'unico patrimonio di cui siamo proprietari, la carica di amore infinito di cui fare dono continuo.
Ed ora, mamma e papà, chiediamo a voi di aiutarci in questa impresa entusiasmante: adottiamo i nostri anziani!
Avete proprio letto bene, i nostri.
Gli anziani sono, come i giovani, di tutta la società, se essi vivono in tristezza, i nostri cuori sono con loro e il nostro futuro è senza le basi del passato!

ANTONIO - Alla vista di quel luogo sono rimasto un po' sorpreso, perché ho visto tante persone che sono state abbandonate dai propri parenti e soprattutto dai propri figli. Tutte queste persone avevano nel volto la tristezza perché ricordano tutto ciò che hanno fatto per i figli, ma che invece i figli non hanno fatto per loro, anzi, quello che hanno saputo fare è stato di depositarli lì in quel luogo come dei pacchi postali senza curarsene minimamente. Tutte le persone che ho avuto modo di incontrare mi hanno fatto pena, però una in particolare mi ha colpito e mi ha interessato molto la sua storia. Il suo nome è Achille, egli è una persona molto coraggiosa, si trova lì da circa 3 anni per il solo difetto di non vedere bene. La sua vita passata è stata molto difficile, egli era il padrone della sua casa fino a quando la moglie lo cacciò di casa. Una delle sue due figlie, avendo la possibilità di farlo, l'ospitò presso casa sua, ma il destino volle che questa ragazza alla tenera età di 21 anni morì e quindi gli altri due figli non volendolo accudire, decisero di portarlo alla casa di riposo.
Oggi, non fanno altro che fare una visita di tanto in tanto, alcune volte la figlia femmina lo invita, ma Achille sapendo che quel suo invito è solo apparente, rifiuta. Questa è la triste realtà di un luogo dove ci sono persone che hanno bisogno di affetto e di cure da parte dei propri cari.

SILVIA - Anche per me la casa di riposo è un luogo triste perché gli anziani rimangono soli a ricordare il loro passato, specialmente i momenti brutti passati con la loro famiglia.

ROBERTO - Mi dispiace per questi vecchietti perché sono solo e non hanno più l'affetto della famiglia. Una signora ci ha chiesto perché eravamo andati, noi abbiamo risposto che eravamo andati a visitare i vecchietti, per portare loro la nostra gioia e amicizia. Io spero, infine, che un giorno non sarò chiuso in una casa di riposo.

SILVIA - Io, invece, penso che gli anziani vivono bene ora perché si conoscono, e tra loro nasce una grande amicizia, e credo che qualche volta si aiutano anche.

ANDREA - Le stanze sono molto piccole ma i vecchietti per fortuna si trovano bene; nel giardino ci sono della sdraio e d'estate usano gli ombrelloni e c'è anche un campo di bocce per dare un po' si svago a loro. La mensa è formata da tanti tavoli e a mezzogiorno e alle otto di sera essi vanno a mangiare. Comunque, spero che tutti quelli che vivono nelle case di riposo non si sentano sempre tristi ma abbiano qualche momento di felicità.

CARLA - Vicino ai muri c'erano fotografie dei loro compleanni e di fotografie quando sono andate altre scuole. La maestra Anna Felicia quando siamo entrati ha visto un ritratto molto antico della fondatrice dell'ospizio: era il 1922.

ARTEMISIA - A me è piaciuta molto la stanza della signora Italia, era piena di fiori e su un mobile antico c'erano delle figure di Santi. La sua camera era tutta ordinata e profumata; ella mi ha mostrato delle foto ricordo del marito e che lei amava ancora.

DOMENICO - Il signor Achille si trovava lì perché era divorziato dalla moglie e lei lo aveva cacciato di casa. Lui si era risposato, ma anche con la nuova moglie si era divorziato. Però lo aveva ospitato la figlia che era morta alla giovane età di 27 anni.

MARIANGELA - Tutti insieme abbiamo intervistato il signor Achille che ci ha raccontato tante cose sulla sua storia, poi ogni bambino ha fatto delle domande ad una anziana e io le ho fatto alla signora Nunziatina, poi, ci ha fatto vedere la sua stanza e ci ha detto che il figlio la va a trovare sempre, la porta a fare una passeggiata.

DOMENICO - Io ho incontrato la zia di mia nonna di nome Italia, che ha 84 anni. Non mi aspettavo proprio di incontrarla perché l'ultima volta che l'ho vista avevo all'incirca l'età di 7 anni.

DONATO - La mia prima impressione è stata buona, ma poi dopo un po' mi sono ricreduto, soprattutto quando il signor Achille ci ha raccontato come stavano le cose.
Gli anziani erano comunque tristi e disperati, per esempio una signora, Raffaella, di anni 80, si trova da circa 12 anni là. Il figlio va a salutarla una volta all'anno perché abita in Germania. Lei mi ha detto che si sente sola, quando vede qualche visita se ne va nella sua stanza. Io conoscevo questa signora e anche suo figlio, lei mi ha chiesto dei miei genitori come stavano e di mia nonna. Lei si è divertita vedendomi, poi l'ho accompagnata nella sua stanza e abbiamo parlato.
Se io dovessi stare in una casa di riposo vorrei prima conquistare l'amore dei miei figli e facendoci un esame di coscienza portandoli a far capire cosa si prova, e poi ci andrei.

LUCA - La cosa che mi ha colpito di più, oltre la sedia di una signora, spostandola, mi ha pestato un piede, sono state le loro risposte così toccanti che mi venivano le lacrime agli occhi.
Il momento più toccante è quando ci siamo salutati per andare via, a me dispiaceva, ma le mie maestre ci hanno promesso che presto saremo tornarti.

IVAN - In un corridoio c'era una vecchietta che era sempre sola; era cieca, non aveva le pupille degli occhi.
Questa vecchietta cieca era molto triste perché non poteva divertirsi come gli altri vecchi, noi abbiamo chiesto se voleva un biscottino, lei ha rifiutato, però questa vecchietta era intelligente.

GRAZIA - C'era una signora che aveva una sigaretta in bocca ma non era accesa, aveva gli occhiali grandi e i capelli ricci; noi ci siamo un po' spaventati e lei ha detto che era meglio se andavamo via.

MONICA - Abbiamo visto una signora che aveva una sigaretta in mano e faceva finta di fumare, quando ho visto questa signora che aveva quella sigaretta in mano ho avuto un po' paura.

VALERIA - Anche a me è piaciuta molto Nunziatina. Ella ha 96 anni ed è nella casa di riposo. Ha due figli, un maschio e una femmina. Il figlio va ogni settimana e la porta fuori, la figlia non va mai. Nunziatina ha il viso coperto di rughe, solo intorno agli occhi la pelle è liscia.

MARICA - Alla fine ci hanno fatto spostare dalla mensa perché lì dovevano preparare i tavoli. Specialmente per gli anziani, quando siamo arrivati, avevano l'impressione che non ci volessero vedere, invece hanno riso. Quando ce ne dovevamo andare gli anziani sono venuti fuori e ci hanno salutato.

CATERINA - Tutti quegli anziani ora soffrono di meno, ma ora stanno tutti uniti là dentro e formano una famiglia. A me è piaciuta molto questa visita all'ospizio.

LUANA - Siamo andati alla casa di riposo dove c'erano tanti anziani. Appena che siamo arrivati, siamo entrati nel refettorio, gli abbiamo fatto delle domande a loro, dopo un po' i miei compagni hanno distribuito caramelle, biscottini e dolcini. Alla vista di tutto ciò mi sono sentita molto felice, specialmente quando la signora Angela mi ha portato a visitare la sua camera, era semplice e ordinata. Dopo abbiamo cantato tutti insieme un bel canto.

VINCENZO - Immacolata è una signora anziana che prima abitava a Caprecano; i suoi figli l'hanno abbandonata e lei si è dispiaciuta tanto; ora la sua giornata passa triste. Ella non pensava mai che un giorno sarebbe finita in un ospizio. Questa giornata non la dimenticherò mai.

ALESSANDRO - Io non avevo mai visitato una casa di riposo, quando siamo andati, gli operatori del volontariato hanno riunito gli anziani alla mensa. Lì, insieme ai miei compagni abbiamo fatto a loro numerose domande e anche delle fotografie.
Dopo alcune anziani ci hanno invitato a vedere le loro camere, ho visto diversi quadri delle famiglie e diversi oggetti tanto cari a loro.
Da quel giorno penso che l'ospizio dovrebbe essere per loro come un albergo per non farli più soffrire!

Elaborato classe V scuola Capasimo Baronissi

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